I giudici sono eletti dal parlamento/elettorato e sono quindi legittimati democraticamente. La popolazione non ha un controllo diretto sulle decisioni dei tribunali e questo è un bene, perché attaccare la separazione dei poteri nel sistema attuale porterebbe solo a una minore protezione dei gruppi emarginati. Inoltre, la massima istituzione di controllo è attualmente la Corte europea dei diritti dell'uomo. Affermare che la popolazione ha una scarsa conoscenza delle decisioni dei tribunali ignora l'importantissima funzione democratica del giornalismo indipendente. Per questo motivo, un giornalismo di alta qualità e facilmente accessibile è fondamentale.
Si può criticare l'accademicizzazione del diritto, ma la natura accademica del diritto ha anche portato al progresso giuridico (revisione del diritto penale sessuale). I professori che hanno la possibilità di scrivere commentari sono persone che fanno ricerca da molto tempo e sono affermati e riconosciuti nella comunità giuridica. È logico che la giurisprudenza venga utilizzata per interpretare le decisioni dei tribunali, poiché tutte le alternative non sarebbero auspicabili. L'alternativa all'affidarsi ai commentari per interpretare le leggi sarebbe quella di concentrarsi maggiormente sull'opinione dei giudici. Questi giudici sono solitamente membri di un partito politico e dipendono dalla loro rielezione. In alternativa, le leggi verrebbero scritte in modo infinitamente dettagliato in modo da non lasciare più alcuna possibilità di interpretazione. Tuttavia, questa soluzione non è realistica e nemmeno auspicabile, in quanto renderebbe impossibile reagire adeguatamente ai cambiamenti sociali e ai singoli casi.
In generale, non è l'esistenza della conoscenza a dover essere criticata, ma la difficoltà di accedervi.