Veranstaltung: | Jahresversammlung 2024 / Assemblée Annuelle 2024 / Assemblea Annuale 2024 |
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Antragsteller*in: | Geschäftsleitung JUSO Schweiz / Comité directeur de la JS Suisse / Comitato direttivo della GISO Svizzera (beschlossen am: 03.01.2024) |
Status: | Eingereicht |
Beschlossen am: | 29.01.2024 |
Eingereicht: | 09.01.2024, 15:55 |
A2: Di giusto e sbagliato: tesi sul sistema giudiziario
Antragstext
Le nostre vite e la nostra quotidianità sono caratterizzate dall'ingiustizia.
Viviamo in un sistema capitalista, razzista, sessista, ostile alle persone
queer, abilista e generalmente misantropo. Indipendentemente dalla posizione
nello spettro politico o dall’interesse per la politica, idealmente nessun*
vuole che l'ingiustizia prevalga. Come individu* e come società nel suo
complesso, abbiamo bisogno di sicurezza. Vogliamo essere protett* dagli abusi e
dalle ingiustizie, che i danni vengano riparati e che sia fatta giustizia.
Questo bisogno di sicurezza e di giustizia è un'aspettativa che abbiamo nei
confronti del nostro sistema giudiziario. Il sistema giudiziario e le sue
istituzioni sono visti come organismi neutrali che dovrebbero darci la giustizia
che desideriamo quando i nostri diritti vengono violati. Ma contrariamente a
queste aspettative, il sistema giudiziario non ci offre alcuna protezione contro
le ingiustizie. Le ingiustizie nella nostra società, ovunque abbiano origine,
sono spesso rafforzate dal sistema giudiziario, e siamo sistematicamente espost*
all'ingiustizia nel sistema giudiziario, nei tribunali, nella polizia, nelle
autorità e così via. Le aspettative e la realtà sono quindi molto distanti. Nel
cammino verso un mondo più equo, è quindi necessario analizzare più da vicino
l'attuale sistema giudiziario.
Questa presa di posizione si concentra quindi sul sistema giudiziario,
probabilmente l'elemento più importante dello Stato repressivo. Quando ci
riferiamo al sistema giudiziario in questo documento, intendiamo tutti i
processi, le istituzioni e gli uffici che servono a creare, applicare e
interpretare le leggi e i diritti, compresi i tribunali e le forze dell'ordine,
nonché le regole in base alle quali queste istituzioni operano e in base alle
quali le persone cercano di “ottenere giustizia”.
In un sistema capitalista, il sistema giudiziario ha essenzialmente due funzioni
per lo Stato borghese: da un lato, serve a mantenere e proteggere i rapporti di
proprietà esistenti e a disciplinare tutt* coloro che non rispettano le regole
progettate per proteggerli. Dall'altro lato, il sistema giudiziario ha lo scopo
di reagire ai conflitti nella società e di organizzare la convivenza. In questo
articolo, vogliamo mostrare come il nostro attuale sistema giudiziario
contribuisca all'ingiustizia e alla perpetuazione di sistemi oppressivi.
L'interpretazione e l'applicazione della legge da parte delle autorità
giudiziarie, come i tribunali, svolgono un ruolo chiave nel plasmare l'ordine
sociale e le gerarchie. La nostra analisi conclude che il sistema giudiziario
nella sua forma attuale non può essere riformato se vogliamo ottenere una
società giusta e libera.
L'obiettivo di noi socialist* è superare il capitalismo e tutti i sistemi di
dominazione e oppressione. Crediamo che tutte le persone meritino di vivere in
modo dignitoso, libere dallo sfruttamento, dal paternalismo e
dall'oppressione.[1] Vogliamo ristrutturare in modo fondamentale e sostenibile
la nostra società e riorganizzare il modo in cui viviamo insieme. Tuttavia, i
conflitti - strutturali o interpersonali - continueranno ad esistere anche in
futuro e metteranno alla prova un nuovo ordine. Per creare una vera giustizia,
in futuro avremo bisogno di meccanismi di risoluzione dei conflitti che diano
priorità alla libertà e alla giustizia per tutte le parti della società e non
mirino a garantire i privilegi e il potere di poche persone.
Abbiamo quindi bisogno di una forma di risoluzione dei conflitti alternativa a
quella fornita dal sistema giudiziario civile. Gli approcci a questo scopo si
trovano nell’ idea di giustizia riparativa (anche detta giustizia rigenerativa),
che pone al centro della risoluzione dei conflitti la ricerca della riparazione
da parte di tutte le parti coinvolte.
Il sistema giudiziario nella sua forma attuale viene analizzato sulla base delle
seguenti tesi, che mostrano come il sistema giudiziario protegga l'ordine
esistente e, in particolare, i rapporti di proprietà, come sia erroneamente
orientato alla punizione e come l'interpretazione della legge non funzioni
democraticamente. Inoltre, si dimostra che l'accesso alla giustizia non è e non
potrà mai essere uguale per tutt*, che la discriminazione esistente è rafforzata
dal sistema giudiziario e che la polizia non lavori in favore del 99%.
1. Il sistema giudiziario sostiene l'ordine
sociale esistente
Il sistema giudiziario gode di un alto grado di legittimità all'interno della
nostra società. Da un lato, questa legittimazione deriva dalla struttura stessa,
ma è dovuta principalmente all'egemonia prevalente. Lo Stato borghese serve
principalmente alla classe dirigente per mantenere e/o stabilire le strutture di
potere. Nel capitalismo, questo significa far rispettare gli interessi del
capitale. Secondo il concetto di “Stato integrale” di Antonio Gramsci, gli
elementi di coercizione e consenso assicurano che la classe oppressa non metta
seriamente in discussione queste strutture e di conseguenza non voglia
superarle.[2] Il consenso all'interno di una società, ossia l'opinione pubblica,
è plasmato da un'ampia varietà di istituzioni come le scuole, i media e gli/le
scienziat*. Il compito di queste istituzioni è quello di legittimare gli
interessi di chi è al potere. Allo stesso tempo, però, anche i testi giuridici
contribuiscono a plasmare egemonia: ciò che viene stabilito nella legge è quindi
automaticamente legittimato socialmente nella maggior parte dei casi.[3]
Lo Stato borghese in senso stretto ha quindi a disposizione diversi mezzi con i
quali può applicare politiche favorevoli al capitale in modo relativamente
autonomo. Se queste vengono messe in discussione da settori rilevanti della
società civile o se vengono intraprese azioni contro di esse, lo Stato sovrano
può impiegare "apparati repressivi" per ripristinare e garantire l'ordine, ossia
il sistema giudiziario e le sue estensioni sotto forma di polizia ed esercito.
Chi è vittima della repressione statale cambia nel tempo. È importante capire
che l'ingiustizia non risiede nelle singole norme o leggi in sé, ma nel
significato e nello scopo dello Stato borghese: la conservazione e
l'applicazione delle strutture di potere capitaliste. Il superamento del
capitalismo va quindi di pari passo con il superamento dello Stato borghese.[4]
2. Il sistema giudiziario difende primariamente
i rapporti di proprietà
Il sistema giuridico come lo conosciamo oggi, con tutte le sue istituzioni,
uffici e leggi, è relativamente nuovo, ma non è un'invenzione del capitalismo.
Al contrario, il sistema giuridico ha effettivamente contribuito allo sviluppo
del capitalismo e dello Stato borghese e ne ha fornito una base importante. Nel
corso del tempo, diverse istituzioni si sono evolute, in particolare a causa del
cambiamento dei modi di produzione e delle esigenze della classe dirigente. Un
esempio è la privatizzazione dei beni comuni, che ha avuto luogo nel XVIII
secolo e ha avuto un impatto importante sulla produzione. Questi cambiamenti nel
sistema legale hanno avuto conseguenze di vasta portata e illustrano l'influenza
dei sistemi legali sullo sviluppo delle relazioni di classe.
Le relazioni di classe sono sempre state caratterizzate e influenzate dai
sistemi legali. La regolamentazione e la protezione della proprietà come la
conosciamo oggi esistevano già nell'Impero Romano. Nel corso dei secoli, i
sistemi legali sono stati adattati e modificati per servire l'ordine dominante.
Lo Stato borghese moderno e il suo sistema giuridico, come lo conosciamo dal XIX
secolo, hanno quindi origine nell'intera storia dell'oppressione. Dove le
relazioni di classe devono essere mantenute, vengono creati sistemi di giustizia
oppressivi. Attraverso una moltitudine di leggi, uffici, tribunali, eccetera, le
persone sono costrette ad esistere in un contesto favorevole al capitale.
Affinché le strutture di potere possano sopravvivere, devono essere legittimate
da un lato e applicate dall'altro. Gli uffici di recupero crediti, le prigioni e
le leggi fiscali sono tutti mezzi per raggiungere questo obiettivo. Tutt* coloro
che non sono dispost* o non sono in grado di rispettare le regole del capitale o
che si ribellano ad esse si trovano di fronte alla repressione dello Stato. Il
sistema legale fornisce allo Stato borghese i mezzi per mantenere l'ordine
prevalente.
3. Un sistema giudiziario orientato alla
punizione non porta a una maggiore giustizia.
Oltre a proteggere i rapporti di proprietà, il sistema giudiziario esiste anche
per risolvere i conflitti sociali. Il sistema giudiziario (penale) di oggi è
essenzialmente un sistema di giustizia retributiva. Quando viene commessa
un'ingiustizia, l'obiettivo è punire la persona colpevole e quindi compensare un
male con un altro male. Da un lato, questo ha lo scopo di disciplinare le
persone colpevoli (e potenziali imitatori/trici*) e, dall'altro, di soddisfare
il bisogno di giustizia attraverso la punizione. Questo principio è sbagliato
sotto diversi aspetti. Tutt* gli autori di reati sono figli* della loro società.
Le circostanze sociali aumentano o riducono il rischio di reati.
Individualizzare il problema con punizioni individuali porta a un vicolo cieco.
Questo si riflette anche nelle cifre: metodi diversi dalla sola punizione sono
più promettenti per ridurre la recidiva e i reati ripetuti.[5]
Inoltre, la logica della punizione priva sia le parti lese o le vittime che gli
autori del reato dell'opportunità di partecipare alla risoluzione del conflitto.
Un sistema incentrato sulla punizione che funziona secondo il principio "lontano
dagli occhi, lontano dal cuore" e la logica del "fare penitenza" non potrà mai
soddisfare i requisiti di una società giusta. Invece, la risoluzione dei
conflitti sociali deve essere orientata a riparare i torti e a garantire che gli
errori del passato portino a un processo di apprendimento e a un miglioramento
nel futuro.
4. L'interpretazione della legge è
antidemocratica
Ogni legge deve essere applicata e i tribunali hanno un ampio margine di
manovra. L'applicazione della legge è quindi in gran parte sottratta al
controllo democratico diretto. Sebbene i/e* giudic* siano eletti dai parlamenti
(in alcuni cantoni dall’elettorato) e quindi abbiano una legittimazione
democratica, il popolo in generale ha poco controllo o conoscenza delle loro
attività.
Le udienze del tribunale sono pubbliche nella maggior parte dei casi, e questo
principio è persino sancito dai nostri diritti fondamentali. Lo scopo di questa
pubblicità è quello di consentire al pubblico di controllare l'amministrazione
della giustizia. Questo presunto controllo non funziona per vari motivi: da un
lato, pochissime persone sono in grado di prendersi il tempo di partecipare a
un'udienza in tribunale, per non parlare della comprensione della procedura
relativamente complicata. Dall'altro lato, l'udienza manca spesso di motivazioni
dettagliate della sentenza, che sarebbero in realtà importanti per monitorare
efficacemente un tribunale o, in certi casi, per criticarlo. Alcune sentenze, in
particolare quelle del Tribunale federale, vengono pubblicate. La reazione del
pubblico alle motivazioni delle decisioni, in particolare in relazione alla
violenza sessualizzata, dimostra quanto siano importanti queste motivazioni per
criticare un tribunale, chiedere miglioramenti e identificare problemi sistemici
nell'amministrazione della giustizia.
I/le giudic* non basano le loro decisioni solo sulla loro opinione personale o
sulle sentenze passate del tribunale. Nelle motivazioni delle decisioni dei
tribunali, si può notare che i cosiddetti "commentari"[6] sono spesso consultati
per giustificare e argomentare. Sebbene queste spiegazioni e informazioni
svolgano un ruolo molto importante nell'attuazione delle leggi, sono accessibili
solo a poch* e sono scritte da una ristretta cerchia di autori/trici*. Di
conseguenza, un piccolo numero di accademic* del diritto ha un'enorme influenza
sulla giurisprudenza e sull'applicazione delle leggi, senza che siano
legittimat* democraticamente in alcun modo e con poca trasparenza sulle modalità
di creazione di questi commentari.
5. Non c'è giustizia per tutt* in un sistema
capitalista
Anche se la Costituzione dovrebbe garantire l'accesso alla giustizia, la realtà
è diversa. Un sintomo di questa disparità di accesso sono gli ostacoli
finanziari. Ma il problema va oltre la questione finanziaria. Come si può
garantire l'accesso alla giustizia in un sistema giudiziario complesso, con
leggi difficili da capire e un'applicazione parzialmente non trasparente che
richiede studio o ore di ricerca per essere compresa?
L'inaccessibilità della giustizia ha origine nella mancanza di conoscenza da
parte della popolazione generale delle leggi e delle possibilità di
rappresentare i propri interessi o di combattere un trattamento ingiusto.
Tuttavia, la soluzione non può essere quella di educare meglio la popolazione
generale, anche se i servizi di istruzione o di consulenza a bassa soglia
possono aiutare molte persone. I servizi educativi e di consulenza hanno anche i
loro limiti in un sistema giudiziario complesso, poco trasparente e costoso.
L'inaccessibilità della legge è un problema ampiamente riconosciuto, ma non può
essere risolto con misure individuali. Per mantenere le condizioni prevalenti,
il sistema legale deve essere inaccessibile. Se tutt* potessero rivendicare i
propri diritti, indipendentemente dall'area, gli interessi della classe
dirigente sarebbero messi in discussione. Ciò può sembrare allettante, ma non è
altro che un'idea non realizzabile. Dopo tutto, il sistema legale è
fondamentalmente progettato per garantire che non tutt* abbiano accesso alla
giustizia e alla protezione.
6. Il sistema giudiziario rafforza l'oppressione
esistente
Il nostro mondo è caratterizzato da sistemi di oppressione come il patriarcato,
il razzismo, il colonialismo e l'abilismo. Questa oppressione si manifesta anche
nel sistema giudiziario e ne viene rafforzata. Le istituzioni della legge
perpetuano le disuguaglianze esistenti sotto forma di testi e pratiche legali.
Di conseguenza, i gruppi oppressi ed emarginati vengono criminalizzati in misura
maggiore. Ad esempio, la polizia e le autorità giudiziarie svizzere trattano in
modo sproporzionato i reati che criminalizzano lo status di residenza delle
persone migranti. Inoltre, i reati non legati alla migrazione spesso comportano
pene più severe per le persone senza passaporto svizzero (ad esempio,
l'espulsione dal Paese). La profilazione razziale[7] a sua volta, come
conseguenza del razzismo all'interno della società e del sistema giudiziario, ha
come effetto che le persone razzializzate siano criminalizzate in modo
sproporzionato.
L'oppressione patriarcale si riflette fortemente anche nel sistema giudiziario.
Ad esempio, solo l'8% di tutte le aggressioni sessuali viene denunciato a causa
delle scarse possibilità di successo nella denuncia di reati sessuali.[8] Le
persone con disabilità a volte non hanno gli stessi diritti del resto della
popolazione attraverso il sistema di tutela, le persone che vivono in povertà
sono messe in sospetto generale quando ricevono servizi di supporto e sono
minacciate di una pena detentiva per reati minori. L'elenco potrebbe continuare
a lungo. Ovviamente, non tutt* sono uguali davanti alla legge. Questa incapacità
o mancanza di volontà da parte del sistema giudiziario di creare giustizia fa sì
che, ancora una volta, le persone già colpite da discriminazione ed
emarginazione soffrano.
7. La polizia non protegge noi, ma gli interessi
del capitale
Quasi il 70% della popolazione svizzera ha un alto livello di fiducia
nell'istituzione della polizia.[9] Questo dato può sorprendere, perché la
polizia non è in realtà in linea con la nostra concezione di democrazia. Invece
di preservare le libertà o di proteggere dalla violenza, la polizia fa il
contrario: riproduce l'ingiustizia e l'oppressione e limita la libertà.[10]La
polizia è responsabile di far rispettare la legge e l'ordine per il monopolio
dello Stato sull'uso della forza, per il quale possono essere utilizzate anche
la violenza e i mezzi coercitivi. Questo comporta chiare ambivalenze: Ad
esempio, la polizia ha il compito di proteggere i diritti umani, ma li viola
regolarmente.[11] Quando la polizia agisce in modo illegale, raramente viene
punita in modo appropriato; i meccanismi di controllo necessari, ad esempio
uffici di difensori civici indipendenti e/o una chiara regolamentazione dei
reati penali, sono quasi del tutto assenti in Svizzera.[12] Gettando uno sguardo
al sistema che sta dietro alla polizia, diventa chiaro che la sua priorità non
può essere la libertà e la protezione della popolazione. In Svizzera, le origini
della polizia risalgono ai cosiddetti Landjäger, che erano responsabili
dell'espulsione di viaggiatori/trici* e delle persone povere, al più tardi a
partire dal XVII secolo.[13] La polizia non è mai stata presente per proteggere
le persone, né lo è oggi.
Nell'attuale sistema capitalista, la polizia protegge i mezzi di produzione
della classe dominante per conto dello Stato borghese e salvaguarda le relazioni
di potere esistenti. Tutt* coloro che mettono pubblicamente in discussione
queste relazioni corrono il rischio di essere sottoposti alla repressione della
polizia. Questo intimidisce e ammonisce le persone critiche e chiunque non
voglia o non possa agire secondo le regole del gioco capitaliste in questo
sistema.
8. L'attuale sistema giudiziario non può essere
riformato
La nostra analisi dimostra che il sistema giudiziario è orientato agli interessi
della classe dirigente, a scapito del 99% e dei gruppi emarginati in
particolare. I tentativi di riforma di questo sistema sono destinati a fallire,
in quanto lo scopo funzionale rimarrebbe lo stesso. Finché esistono i mezzi e le
strutture per mantenere il potere e l'oppressione, non si può costruire una
società giusta. Se si vuole superare il capitalismo, è necessario superare lo
Stato borghese e le sue istituzioni e strumenti. Questo include anche il sistema
giudiziario.
La nostra visione: creare collettivamente la giustizia
Tutte le persone meritano di vivere in modo dignitoso, e questo include una
giustizia equa. Giustizia se si è subito un torto, ma anche diritto alla
riparazione se si è commessa un'ingiustizia. La nostra visione di una società
socialista può e deve includere strutture adeguate per questo, ossia
un'alternativa all'attuale sistema giudiziario. Siamo consapevoli che, anche
dopo una svolta socialista, non tutta la violenza e l'oppressione saranno
eliminate immediatamente. In particolare, non sarà possibile superare da un
giorno all'altro i sistemi di oppressione che consentono alcune forme di
violenza, come il razzismo, il patriarcato o l’abilismo. Tuttavia, questi
sistemi non potranno mai essere superati con l'attuale sistema giudiziario, ed è
per questo che abbiamo bisogno di un'alternativa trasformativa a lungo termine,
oltre alle misure a breve termine.
Cosa si può fare oggi e domani
L'ingiustizia odierna può e deve essere minimizzata anche prima della svolta
socialista. Ogni giorno, le persone rifugiate sono costrette alla detenzione in
condizioni disumane o all’espulsione, molti casi giudiziari sono ingiustamente
persi, le vittime di violenza sessuale sono traumatizzate, le persone sono
costrette alla povertà. In breve: oggi, il sistema giudiziario aggrava
l'ingiustizia e spesso costa vite umane.
Questa sofferenza deve essere arginata nel modo più rapido ed efficiente
possibile. Nel breve termine, l'accesso alla giustizia deve essere migliorato e
semplificato per tutte le persone. I gruppi emarginati devono essere protetti e
i loro diritti rafforzati. A tal fine, si deve anche porre fine alla
criminalizzazione di gruppi, come ad esempio le persone razzializzate e quelle
senza passaporto svizzero. Gli stessi diritti devono valere per tutte le persone
e il regime di asilo deve essere spezzato di conseguenza, come indicato nella
nostra presa di posizione sul razzismo[14], in quella sulla migrazione[15] e in
diverse risoluzioni sul tema. Il profiling razziale e la discriminazione
quotidiana devono essere combattuti, perché uguaglianza dei diritti non
significa uguale interpretazione della legge e certamente non giustizia.
Inoltre, è urgente cambiare la base giuridica in molti settori, perché se la
legge stessa è concepita in modo discriminatorio, non c'è alcuna possibilità di
ottenere giustizia fin dall'inizio. Anche l'interpretazione della legge deve
essere cambiata il prima possibile. I tribunali, l'istituzione più importante
per l'interpretazione della legge, devono essere sottoposti a un maggiore
controllo democratico. Le istituzioni dell'azione penale, in particolare le
procure, devono essere liberate dai vincoli dell'efficienza. Non deve essere
permesso solo a coloro che sono cert* di ricevere indagini adeguate e che hanno
un esercito di avvocat* per presentare ricorsi. Sono necessari anche mezzi per
proteggere le persone nel loro rapporto legale con i/le* grandi proprietari* e
le grandi aziende. Le persone (giuridiche o fisiche) che dispongono di grandi
risorse finanziarie dovrebbero anche sostenere un onere finanziario maggiore
nelle cause legali, indipendentemente dall'esito.
Il lungo cammino verso la giustizia
Con il superamento del capitalismo, cadrà l'elemento centrale dell'attuale
sistema giudiziario: il mantenimento del dominio della classe capitalista e la
protezione e conservazione dei suoi mezzi di produzione. L'eliminazione di tutte
le strutture oppressive all'interno della società elimina anche le basi di molti
conflitti e ha un impatto sul sistema giudiziario. La trasformazione
fondamentale della nostra società deve essere accompagnata da una nuova
concezione di sicurezza, ordine e convivenza.
Tuttavia, probabilmente non potremo mai bandire completamente il conflitto e la
violenza da una società, ed è per questo che abbiamo bisogno di una nuova
pratica collettiva per la creazione di una vera giustizia, lontana dalla
punizione e dal castigo. Un approccio a questo proposito è il concetto di
giustizia riparativa, un approccio alla risoluzione dei conflitti che si
concentra sulla riparazione piuttosto che sulla punizione. Le origini di questa
pratica risalgono ai gruppi indigeni della Nuova Zelanda e del Nord America, tra
gli altri, e negli ultimi 30 anni ha conosciuto una crescita globale.[16]
Con la giustizia riparativa, possiamo sostituire gradualmente i procedimenti
giudiziari nel medio termine. I sistemi giuridici di Paesi come l'Austria e la
Germania includono già approcci di giustizia riparativa sotto forma di
"compensazione del reato"/"mediazione vittima-carnefice".[17] Anche la GISO
Svizzera lavora secondo tali approcci quando si occupa di violenza
sessualizzata. Nelle procedure di giustizia riparativa, le vittime, chi compie
il reato e/o altri membr* della comunità che sono stati colpiti dall'incidente
lavorano insieme per trovare soluzioni e strategie per affrontare le conseguenze
del reato. Il processo può anche essere accompagnato da una terza parte
imparziale. Durante il procedimento, la violenza e l'ingiustizia vengono
analizzate anche a livello comunitario e si cercano soluzioni adeguate.[18] Con
la giustizia riparativa, possiamo sostituire continuamente i procedimenti
giudiziari fino al completo superamento dell'attuale sistema giudiziario.
Gli elementi centrali della giustizia riparativa, ossia la ricerca congiunta di
soluzioni e il fare ammenda, sono in realtà il modo in cui noi come società
risolviamo i problemi interpersonali al di fuori dei tribunali e dei processi.
La nostra visione può quindi essere riassunta brevemente: vogliamo andare verso
una società che funzioni senza oppressione e sfruttamento e che metta la fiducia
nelle persone al centro della convivenza sociale. Vale la pena lottare per
questo.
Bibliografia
[1] Lo chiediamo anche nella nostra presa di posizione "Manifesto per persone
libere in un mondo libero", online a: https://juso.ch/it/posizioni/manifesto-
persone-libere-un-mondo-libero/
[2] Gramsci, Antonio: Gefängnisheft, vol. 7, a cura di Bochmann, Klaus [et al.],
Amburgo 1991-2002.
[3] ibidem.
[4] Nagel, Lara-Alexa: Die Väter aller Probleme. Zur Maskulinisierung von Staat
und Gesellschaft, in: Forum Recht (01/19): Rechtsphilosophie. Allgemeine
Geschäftsbedingungen, Pp. 25-26. Francoforte sul Meno, 2019.
[5] Gerhard, Hans (2004): Rückfalluntersuchungen nach Restorative Justice
Programmen: ein kritischer Überblick, CSLE Discussion Paper, No. 2004-10,
Universität des Saarlandes, Center for the Study of Law and Economics (CSLE),
Saarbrücken. [https://www.econstor.eu/bitstream/10419/23070/1/2004-
10_rueckfall.pdf], Verificato il 7.1.2023.
[6] Nella ricerca giuridica, i commentari sono spiegazioni di ogni singolo
articolo delle leggi più importanti.
[7] Con “profilazione razziale” si intendono tutte le misure di polizia che
fanno sì che gruppi di persone vengano trattati in modo arbitrario o
sproporzionato perché percepiti come "straniere" o non considerate uguali a
causa della loro etnia, cultura, religione o origine o del colore della pelle.
(https://www.stop-racial-profiling.ch/).
[8] gfs.bern: Sexuelle Belästigung und sexuelle Gewalt an Frauen sind in der
Schweiz verbreitet
[https://cockpit.gfsbern.ch/de/cockpit/sexuelle-gewalt-in-der-schweiz/]
verificato il 07/01/2024
[9] Ufficio federale di statistica (FFS): Indagine sul reddito e sulle
condizioni di vita SILC, Fiducia nelle istituzioni, 2021, Berna 2023.
[10] Schöni, Basil: Die Polizei ist eine Art Fremdkörper in der Demokratie, in:
Republik (30.08.2022), [https://www.republik.ch/2022/08/30/die-polizei-ist-eine-
art-fremdkoerper-in-der-demokratie], verificato il 07.01.2024.
[11] humanrights.ch: Was ist die Polizei? (27.10.2023),
[https://www.humanrights.ch/de/ipf/menschenrechte/polizei/dossier-
polizei/begriffsdefinition-polizei/], verificato il: 07.01.2024.
[12] Gamp, Roland: Die meisten Beamten kommen ohne Strafe davon, in:
Sonntagszeitung (01.06.2018),
[https://www.humanrights.ch/cms/upload/pdf/2018/180710_Die_meisten_Beamten_komme-
n_ohne_Strafe_davon.pdf], verificato il 07.01.2024, pag. 6.
[13] Ebnöther, Christoph: Polizia, in: Dizionario storico della Svizzera
(28.09.2010), [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/009638/2010-09-28/],
verificato il: 07.01.2024.
[14] GISO Svizzera: Riconoscere e combattere il razzismo. Nella società e nella
sinistra, presa di posizione sul razzismo (AA 19.02.23), Berna 2023.
[15] GISO Svizzera: No Borders, No Nations, Presa di posizione sulla migrazione
(AA 2017), Berna 2017.
[16] Van Ness, Daniel W.: An Overview of Restorative Justice around the World,
Workshop 2, Eleventh United Nations Congress on Crime Prevention and Criminal
Justice, Bangkok 2005.
[17] Pelikan, Christa: Was ist Restorative Justice? In: Sustainable Austria (Nr.
51): Muss Strafe sein?, Wien 2010.
[18] Consiglio d'Europa: Sulla mediazione in materia penale. Raccomandazione N.
99 (adottata dal Consiglio d'Europa il 15 settembre 1999), Strasburgo 2000.
Unterstützer*innen
Änderungsanträge
- A1-001-3-ITA (Meli del Fabro, Paula Sommer, Safira Timpanaro, Elias Erne, Angenommen)
- A1-003-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-011-2-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-011-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Angenommen)
- A1-023-2-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Abgelehnt)
- A1-023-3-ITA (Nada Scherer (GISO Berna Città), Zurückgezogen)
- A1-023-ITA ( KIlian Teubner (Obwalden), Dario Bellwald (Obwalden), Levin Freudenthaler (Zug). Xioa Ember (Zug), Mario Huber (Zug), Angenommen)
- A1-029-2-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-029-3-ITA (Meli Del Fabro, Roberto Sager, Paula Sommer, Elias Erne, Safira Timpanaro, Angenommen)
- A1-029-ITA ( KIlian Teubner (Obwalden), Dario Bellwald (Obwalden), Levin Freudenthaler (Zug). Xioa Ember (Zug), Mario Huber (Zug), Zurückgezogen)
- A1-030-ITA (Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro, Zurückgezogen)
- A1-036-ITA (KIlian Teubner (Obwalden), Dario Bellwald (Obwalden), Levin Freudenthaler (Zug). Xioa Ember (Zug), Mario Huber (Zug), Angenommen)
- A1-044-ITA (Roberto Sager, Zurückgezogen)
- A1-045-ITA (Roberto Sager (GISO Argovia), Angenommen)
- A1-051-ITA (Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-056-ITA (Roberto Sager (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-059-2-ITA (Roberto Sager (GISO Argovia), Angenommen)
- A1-068-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-073-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Angenommen)
- A1-074-2-ITA (Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-074-ITA (GISO Canton Zurigo, Zurückgezogen)
- A1-079-ITA (KIlian Teubner (Obwalden), Dario Bellwald (Obwalden), Levin Freudenthaler (Zug). Xioa Ember (Zug), Mario Huber (Zug), Zurückgezogen)
- A1-081-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-085-ITA ( Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Angenommen)
- A1-094-ITA (GISO Canton Zurigo, Abgelehnt)
- A1-116-ITA (Roberto Sager (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-123-ITA (Roberto Sager, Abgelehnt)
- A1-125-ITA (GISO Basilea Città, Abgelehnt)
- A1-129-2-ITA (Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-129-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-131-3-ITA (David Rietzler, Jakub Walczak, Charlotte Günther, Nadine Aeschlimann (GISO Città di Berna), Modifiziert übernommen)
- A1-133-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Angenommen)
- A1-141-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-143-ITA (GISO Basilea Città, Modifiziert übernommen)
- A1-147-ITA (Nada Scherer, Angenommen)
- A1-183-ITA (Nada Scherer, Angenommen)
- A1-189-2-ITA (GISO Canton Zurigo, Abgelehnt)
- A1-191-ITA (GISO Canton Zurigo, Zurückgezogen)
- A1-199-ITA ( Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-200-ITA (GISO Canton Zurigo, Abgelehnt)
- A1-213-ITA ( Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Modifiziert übernommen)
- A1-214-2-ITA (Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Angenommen)
- A1-214-3-ITA (Nada Scherer (GISO Argovia), Abgelehnt)
- A1-214-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-221-ITA (David Rietzler, Jakub Walczak, Charlotte Günther, Nadine Aeschlimann (JUSO Stadt Bern), Zurückgezogen)
- A1-240-2-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-241-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Angenommen)
- A1-248-2-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-253-ITA (GISO Basilea Città, Abgelehnt)
- A1-261-ITA ( Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Zurückgezogen)
- A1-265-ITA (GISO Canton Zurigo, Angenommen)
- A1-267-ITA (Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG, Zurückgezogen)
- A1-271-ITA (Nada Scherer (GISO Città di Berna), Zurückgezogen)
- A1-280-2-ITA (Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Angenommen)
- A1-280-3-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-280-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Zurückgezogen)
- A1-302-ITA (PoSa GISO Basilea Campagna, Angenommen)
- A1-317-ITA (Meli Del Fabro, Elias Erne, Paula Sommer, Roberto Sager, Safira Timpanaro (GISO Argovia), Zurückgezogen)
- A1-329-ITA ( Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Zurückgezogen)
- A1-354-ITA ( Meli Del Fabro (JUSO AG), Paula Sommer (JUSO AG), Safira Timpanaro (JUSO AG), Roberto Sager (JUSO AG), Elias Erne (JUSO AG), Angenommen)
- A2-328 (GISO Ticino (beschlossen am: 28.01.2024), Angenommen)
- A3-001-2-ITA (Alexandre Bochatay (JSVR), Angenommen)
- A3-002-ITA (Alexandre Bochatay, Zurückgezogen)
- A3-004-ITA (Alexandre Bochatay, Zurückgezogen)
- A3-007-ITA (Alexandre Bochatay, Abgelehnt)
- A3-045-ITA (Alexandre Bochatay, Zurückgezogen)
- A3-111-ITA (Alexandre Bochatay, Angenommen)
- A3-188-ITA ( Adrien Pinho (JSVR) Malo (JSVR) Eliot Fournier (JSVR) Benoît Michellod (JSVR) Simon Fellay (JSVR), Angenommen)
- A3-197-ITA (Adrien Pinho (JSVR) Malo (JSVR) Eliot Fournier (JSVR) Benoît Michellod (JSVR) Simon Fellay (JSVR), Zurückgezogen)
- A3-198-ITA (Adrien Pinho (JSVR) Malo (JSVR) Eliot Fournier (JSVR) Benoît Michellod (JSVR) Simon Fellay (JSVR), Zurückgezogen)